Prostatite
La prostatite è l’infiammazione della ghiandola prostatica.
La prostata è una ghiandola a forma di “castagna”, presente solo nell’uomo, situata sotto la vescica urinaria. Essa è forata al centro per permettere il passaggio della parte iniziale dell’uretra, tubicino attraverso il quale l’urina, che si raccoglie in vescica, viene espulsa all’esterno.
La maggior parte degli uomini affetti da prostatite non riesce a comprendere le cause della propria malattia, e spesso rimane insoddisfatta del risultato del trattamento.
Sintomatologia
Nel corso di una prostatite, l’individuo che ne è affetto può avere disturbi singoli o multipli caratterizzati da:
– senso di peso o un fastidio perineale (il perineo è la zona del corpo che si trova tra lo scroto e l’ano);
– bruciore lungo l’uretra a riposo o mentre si urina;
– dolenzia ai testicoli;
– senso di peso sovra-pubico e nella parte interna delle cosce;
– bisogno di urinare più spesso;
– difficoltà ad urinare;
– eiaculazione precoce;
– sangue nello sperma;
– secrezione dall’uretra;
– bruciore durante o dopo rapporti sessuali;
– dolore nella regione sacrale o nell’inguine;
– febbre;
– può associarsi anche una difficoltà all’evacuazione.
Data la spiacevolezza dei disturbi associati alla prostatite, il paziente spesso sviluppa spesso sintomi di natura psicologica tra i quali: ansia, paura della incurabilità del disturbo, malessere diffuso (depressione), modificazione del desiderio sessuale.
La sua mente si focalizza esclusivamente sulla parte pelvica e sulle sensazioni dolorose. Si instaura un filo diretto preferenziale tra cervello e parte dolorosa o fastidiosa del corpo, anche quando l’infezione è passata (memoria dei sintomi sofferti per molto tempo). Bisogna far si che questo non avvenga, bisogna interrompere questo collegamento.
La prostatite è una malattia molto frequente.
A volte è asintomatica (cioè non dà disturbi), ma in un gran numero di casi dà disturbi lievi o fastidiosi. Il 50% degli uomini proverà alcuni di questi sintomi almeno una volta nel corso della propria vita.
Generalmente, l’infezione si ha attraverso germi che risalgono lungo il canale uretrale fino alla prostata. Più raramente per ristagno di urine in vescica, infezioni da batteri rettali per diffusione o per via ematogena.
Diagnosi
Per permettere all’urologo di arrivare alla diagnosi, il paziente deve descrivere bene i suoi disturbi, la sua storia clinica ed eventuali infezioni o secrezioni genitali della partner.
Sono necessari inoltre: uno studio batteriologico dell’urina e del secreto uretrale (spesso non si riesce ad identificare il germe responsabile dell’infezione), una ecografia prostatica trans-rettale (ci dà informazioni sulla presenza di calcoli prostatici o aree di infiammazione) ed una esplorazione rettale (la prostata spesso è dolente ed ingrandita).
Terapia
La prostata è una ghiandola molto ramificata.
Pertanto una volta che vi arrivano i germi, lì rimangono per tutta la vita. Il paziente deve convivere con questa malattia senza farsi sopraffare. Una volta guarito, deve essere lui a gestire la situazione ed evitare riacutizzazioni della malattia stessa.
La prostata ha una struttura tale che i farmaci (antibiotici) arrivano con difficoltà all’interno di essa. La cosa migliore sarebbe individuare il germe responsabile e il farmaco più idoneo a sconfiggerlo (ma, come ho detto sopra, spesso il germe non si identifica).
Quindi l’urologo, se riterrà opportuno, prescriverà un farmaco a spettro di azione ampio (attivo sui germi che normalmente causano la prostatite) e che raggiunga più facilmente la prostata (accertato con studi farmacologici).
La terapia farmacologica deve avere una durata variabile tra i 10 e 15 giorni. All’antibiotico possono essere associati farmaci antinfiammatori, alfa-bloccanti e miorilassanti per alleviare il paziente dai disturbi dolorosi o fastidiosi.
Consigli generali
Inoltre, non per ultimi o meno importanti, il paziente, nel periodo acuto della malattia, dovrà seguire norme comportamentali e dietetiche:
– usare rapporti con il profilattico e regolari;
– evitare cibi piccanti, caffè, superalcolici, cioccolata, noci;
– non fumare;
– evitare di stare troppo tempo seduto.
Deve mantenere delle evacuazioni regolari e con feci morbide. Inoltre deve bere molta acqua durante tutte le ore della giornata.
Spesso si arriva con molta difficoltà e dopo un lungo periodo alla guarigione. Il paziente, esausto ed infastidito dalla malattia, tende a passare da urologo ad urologo senza avere risultati. E’ importante non arrendersi e non trascurarsi, avendo molta fiducia verso il proprio urologo.