Tumore del testicolo
Il tumore del testicolo è una forma di tumore che si sviluppa nei testicoli, la parte riproduttiva dell’uomo. La parte più colpita è il testicolo destro.
Epidemiologia
Tale forme di tumori erano di manifestazione rara in passato e fra quelli maschili rappresentavano solo l’1-2%. Attualmente invece alcuni recenti studi affermano che sono diventati fra i più comuni per il range di età compreso fra i 15 e i 40 anni. Altri studi invece, anche se condividono il primato fra le varie forme maschili, affermano che l’età di maggiore incidenza sia fra i 20 e i 35 anni. Secondo l’ultimo rapporto “I numeri del cancro 2017 in Italia” realizzato dalla AIOM, il tumore al testicolo è in continuo aumento tra la popolazione maschile.
Per approfondire: I numeri del cancro 2017
Nei paesi industrializzati si è avuto un aumento negli ultimi 30 anni. Negli USA si è passati da un incidenza per ogni 100.000 del 2,9% (nel 1975) sino a superare il 5% (nel 2004); nell’Ungheria l’incidenza è del 3%; in Norvegia e Danimarca rispetto al 1950 l’incidenza si è raddoppiata. In Italia sono registrati 1.000 casi ogni anno; nel Canada è rimasta dell’1%. Questa alta incidenza è confermata in altri paesi come la Germania e la Svizzera, in Olanda ad esempio si manifestano ogni anno 500 nuovi casi.
Al contrario vi sono bassissime stime nei paesi meno sviluppati (si parla di un 0.3% nei paesi africani e in alcuni dell’Asia. Per quanto riguarda le razze, anche il rapporto fra gli uomini di razza bianca rispetto a quella nera sta rapidamente cambiando. Una volta era molto più diffuso in quella bianca (più di 4 volte maggiore), ma ultimamente la razza nera è sempre più coinvolta.
Eziologia
Attualmente vi sono soltanto ipotesi eziologiche. Fra le più accreditate, quella dove si afferma una predisposizione che si manifesta ancor prima della nascita. Alti livelli di estrogeni nel decorso della gravidanza (durante la settima settimana) e quindi uno squilibrio ormonale confermano questa ipotesi. Lo stesso squilibrio che comporta nei nascituri vari disturbi, fra cui l’ipogonadismo ipogonadotropo, l’infertilità, il criptorchidismo (che in alcune sedi riportano essere il 6%, ma il dato è maggiorato se la malattia non viene trattata entro pochi anni dalla nascita). Inoltre è stato dimostrato anche la sua predisposizione a livello familiare. Altro fattore di rischio è il fumo.
Un altra ipotesi vede un coinvolgimento della massa corporea della madre in aumento negli ultimi anni, tenendo presente anche il peso del bambino al momento della nascita.
Tipologia
Secondo la classificazione internazionale si possono distinguere due gruppi principali, componendo in totale sette differenti tipologie:
Tumori a cellule germinali
• Costituiscono la maggior parte dei tumori (il 95%)
• Seminoma (40-50% dei casi, in cui l’85% si presenta in forma pura) e le sue tipologie tipico, anaplastico e con sincizio trofoblasto (vedi foto)
• Carcinoma embrionale (20% dei casi)
• Tumore del sacco vitellino
• Coriocarcinoma
• Teratoma (sia la forma matura, di natura più favorevole se si mostra nei bambini che quella immatura);
Tumori non germinali
In tale classificazione rientrano le altre neoplasie molto meno comuni:
• Tumori dello stroma specializzato;
• Tumori dello stroma non specializzato.
Sintomatologia
Fra i sintomi iniziali:
• Sensazione di peso
• Tumefazione
• Dolore (20% dei casi), di solito di manifestazione acuta anche per colpa delle probabili emorragie
• Gonfiore addominale e agli occhi
• Dispnea
• Vomito dovuto a linfoadenomegalia
• Difficoltà nella respirazione
• Tosse
Fra i sintomi successivi:
• Ginecomastia bilaterale.
Stadiazione
Esistono vari sistemi per la classificazione della stadiazione in tali tumori, fra la più accreditata quella formulata dalla TNM.
• Stadio I: nessuna metastasi;
• Stadio II: diffuso sino ai linfonodi sottodiaframmatici;
• Stadio IIA (massa minore di 2 cm)
• Stadio IIB (massa fino a 5 cm)
• Stadio IIC (massa oltre 5 cm)
• Stadio III: si riscontrano metastasi anche nella parte al di sopra del diaframma;
• Stadio IV: stato metastatico avanzato.
Per quanto riguarda la rapidità della diagnosi decisiva, quando si parla di tumori, per la maggioranza dei casi (si arriva all’80% dei tumori a cellule germinali) vengono riscontrati nella prima stadiazione, quando la neoplasia non è ancora molto sviluppata nell’organismo.
Esami
Esistono diversi esami per comprendere a quale stadiazione il tumore si trova:
• Esame istopatologico
• Dosaggio di marcatori sierologici (o tumorali), infatti la gonadotropina corionica umana beta e l’alfa-fetoproteina vengono secretati in caso di alcuni specifici tumori testicolari (coriocarcinoma, carcinoma embrionario e del sacco vitellino);
• Tomografia computerizzata (TAC)
• Risonanza magnetica nucleare.
Inoltre anche la semplice ecografia solitamente mostra incidentalmente la massa tumorale.
Il trattamento cambia a seconda dello stadio.
• Stadio I, oltre alla radioterapia a scopo precauzionale può essere utilizzata la orchiectomia.
• Stadio IIA-IIB, il trattamento di scelta è costituito dalla radioterapia, vengono irradiate ad un’elevata dose (20-25 Gy) sia la regione lombo-aortica che quella iliaca omolaterale, il tasso di ripresa è del 18-38% (a seconda della grandezza della massa), si manifestano nausea e vomito per l’elevata tossicità.
• Stadio IIC – III, qui negli stadi più avanzati, viene utilizzato con successo la chemioterapia, questo provoca nelle persone alti livelli di stress e ansia che verranno normalizzati con il passare del tempo. La chemioterapia in tali casi può, nel tempo, portare ad altri danni e disfunzioni, fino a culminare a distanza di anni in possibili conseguenze patologiche a livello cardiaco. La massa tumorale è di solito asportata chirurgicamente (quando i valori lo permettono) in seguito al trattamento.
Linfoadenectomia retroperitoneale
La linfoadenectomia retroperitoneale primaria è un intervento chirurgico utilizzato soprattutto in passato per combattere le metastasi. Attualmente si utilizza la forma laparoscopica (Lap-RPLND). Questa è stata creata nel 1992 nelle forme non germinali, ma visto che i dati non risultano sufficienti viene utilizzata solo durante la stadiazione (la I).
Prognosi
Rispetto alle ultime decadi del 1900 la prognosi è andata migliorando tantissimo, la guarigione ha raggiunto il 91% dei casi. Questo accade soprattutto se il tumore viene diagnosticato quando rientra nella prima fase di stadiazione.
Dall’iniziale diagnosi possono passare anche due decadi per un ulteriore manifestazione maligna. Secondo uno studio condotto su 29.000 persone, altri studi condotti su più di 40.000 persone suggeriscono invece che si deve aspettare anche 35 anni per un ulteriore manifestazione tumorale. Alcune malattie si possono sviluppare come alcune forme di leucemia.