Alimentazione corretta per l’apparato urogenitale
La relazione che intercorre tra uno stile di vita sano e un corpo sano è oramai noto ai medici e a una parte della popolazione. Una alimentazione corretta unita ad attività fisica costante può ridurre l’insorgenza di molte malattie. Vescica iperattiva, prostatite, cistite interstiziale e malattie renali possono essere controllate seguendo la giusta alimentazione.
In Italia venticinque milioni di persone sono sovrappeso o obese. Tra questi il 46% degli adulti e il 24% degli under 18 (Fonte: Rapporto dell’Italian Barometer Diabetes Observatory Foundation in collaborazione con Istat).
Ma quanto una corretta alimentazione e l’urologia sono collegate? Quanto un cattivo stile alimentare può incidere sulle malattie urologiche e renali? Rispondere a queste domande è lo scopo di questo articolo.
Prostatite: l’alimentazione corretta
La prostatite è l’infiammazione della ghiandola prostatica. La prostata è una ghiandola a forma di “castagna”, presente solo nell’uomo e situata sotto la vescica urinaria. Essa è forata al centro per permettere il passaggio della parte iniziale dell’uretra, un tubicino attraverso il quale l’urina, che si raccoglie in vescica, viene espulsa all’esterno.
Chi soffre di prostatite deve seguire una corretta alimentazione per la patologia. Evitare di assumere cibi piccanti, caffè, superalcolici, cioccolata, noci e spezie. E’ importante bere molta acqua. Anche bere tè senza caffeina può aiutare.
Lo studio sullo zinco
Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori guidato da Goodarzi ha scoperto che l’integrazione di zinco aiuta i pazienti con prostatite cronica ad alleviare i sintomi. Lo studio è stato condotto su un campione di 123 pazienti di età compresa tra 18 e 40 anni con diagnosi di prostatite cronica. Tutti i pazienti hanno completato un questionario sull’indice dei sintomi della prostatite cronica e un questionario sul punteggio del dolore prima di entrare nel programma.
A ogni paziente sono stati somministrati 220 mg / die di solfato di zinco mentre a un gruppo di controllo è stato somministrato un placebo. Alla fine delle 12 settimane, il gruppo che aveva assunto solfato di zinco aveva una riduzione del punteggio dell’indice dei sintomi della prostatite e del punteggio del dolore rispetto a chi non lo aveva assunto. L’efficacia dello zinco può essere probabilmente attribuita alla sua funzioni antibatterica e immunomodulante.
Iperplasia prostatica benigna: meglio la dieta mediterranea
L’iperplasia prostatica benigna è una condizione che colpisce 6 milioni di italiani over 50. Tra questi, il 50% degli uomini ha un’età compresa tra i 51 e 60 anni, il 70% tra i 61 e i 70 anni, per arrivare al picco del 90% tra gli ottantenni.
I sintomi di tale patologia sono inizialmente lievi. Se non vengono curati in tempo però via via aumentano compromettendo la qualità della vita di chi ne è affetto.
L’iperplasia prostatica può portare a sviluppare un insieme di sintomi del basso tratto urinario (LUTS). Prove scientifiche evidenziano che una dieta mediterranea può aiutare a evitare lo sviluppo di LUTS.
Dieta mediterranea: gli studi
El Jalby et. al, hanno eseguito una ampia rassegna letteraria su questo argomento. Hanno trovanto 1325 citazioni sull’argomento e alla fine hanno selezionato 35 studi per la loro recensione. Sebbene gli studi che hanno come oggetto l’alimentazione presentino alcune sfide intrinseche, le ricerche analizzate hanno tutte evidenziato l’importanza di una dieta mediterranea nel trattare i sintomi del basso tratto urinario. Seguire una corretta alimentazione è dunque essenziale.
Disfunzione erettile
Con disfunzione erettile si intende la persistente incapacità a raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficiente a condurre un rapporto sessuale soddisfacente. La disfunzione erettile colpisce circa il 40% degli over 50 e la metà degli ultra settantenni.
La patologia è associata all’età, ma anche a malattie quali diabete, ipertensione e malattie cardiovascolari.
Poiché è correlata all’ipertensione, è importante mantenere una dieta salutare per il cuore. Uno studio condotto su 555 uomini con diabete di tipo 2 ha dimostrato che i pazienti che seguivano una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, frutta a guscio e cereali integrali e povera di carne rossa, avevano una ridotta presenza di disfunzione erettile.
Inoltre avevano maggiori probabilità di essere sessualmente attivi rispetto agli uomini che non seguivano questo stile alimentare. Seguire la dieta mediterranea significa adottare la corretta alimentazione.
Un’eccessiva assunzione di sale può causare ipertensione e arteriosclerosi. Il flusso sanguigno verso il pene può essere interrotto rendendo l’erezione difficile o impossibile. Ai pazienti con disfunzione erettile dovrebbe essere prescritta un’alimentazione priva di alimenti ad alto contenuto di sale. tra questi vi sono: pancetta, prosciutto, carne affumicata, patatine fritte e cracker.
Disfunzione erettile e malattie cardiovascolari
Una revisione sistematica di Gandaglia et al. ha dimostrato come la disfunzione erettile spesso sia un’avvisaglia di malattie cardiovascolari. Di conseguenza, la disfunzione erettile può essere usata come marcatore precoce per identificare gli uomini a rischio più elevato di eventi di malattie cardiovascolari. È importante notare che la disfunzione erettile può precedere una diagnosi di malattia cardiovascolare anche di 5 anni.
Tumore alla vescica: un’alimentazione sana
In tutto il mondo sono diagnosticati annualmente più di 400.000 casi di tumore alla vescica. E’ la settima forma più comune di cancro. In Italia costituisce l’11% circa di tutte le nuove diagnosi di tumore. Ogni anno si hanno circa 24.000 tra gli uomini e 5.700 tra le donne. Il carcinoma della vescica colpisce soprattutto le persone anziane, con un’età media alla diagnosi di 73 anni.
Il fumo è il principale fattore di rischio per il cancro alla vescica, ma anche l’alimentazione ha una sua importanza. Una corretta alimentazione può ridurre il rischio di recidiva o progressione.
Grande importanza può avere l’assunzione di verdure soprattutto delle verdure crucifere come broccoli, cavoli, cavolfiore etc. Questo gruppo di verdure contiene isotiocianati che sono noti per indurre effetti anticancerogeni.
Le prove suggeriscono anche che il consumo di tè può ridurre il rischio di cancro alla vescica. Invece in alcuni Paesi vi è la presenza di arsenico nell’acqua che è un fattore di rischio per il cancro alla vescica.
Un ampio studio internazionale condotto da Goossens M, Isa F, e Zeegers M. sta tentando di affrontare il problema della relazione tra dieta e cancro alla vescica in modo prospettico. I risultati di questo studio dovrebbero essere pubblicati a breve.
Vescica iperattiva: cosa non mangiare
L’assunzione di bevande e alimenti contenenti caffeina possono aumentare i sintomi della vescica iperattiva. Una delle raccomandazioni terapeutiche per coloro che soffrono di questa patologia è di ridurre, o meglio ancora, eliminare la caffeina dalla propria dieta alimentare. La caffeina, infatti, può irritare la vescica. Non solo, la caffeina è un diuretico debole che aumenta la produzione di urina contribuendo alla frequenza urinaria.
Chi soffre di vescica iperattiva non dovrebbe assumere succhi di frutta acidi come il succo di arancia o di pompelmo, perché possono alterare il pH delle urine e aggravare i sintomi della vescica iperattiva.
Altre raccomandazioni prevedono l’eliminazione di cibi acidi come pomodori e condimenti molto speziati come peperoncini e wasabi. Bisognerebbe eliminare l’assunzione anche di bevande gassate. Inoltre non bisogna far uso di dolcificanti artificiali come aspartame e saccarina.
Dalle verdure crude agli estrogeni: gli studi
Uno studio britannico ha indicato come un aumento del consumo di verdure crude, possa aiutare a prevenire la vescica iperattiva. Le verdure crude infatti forniscono fino al 30% di fibre alimentari. Una dieta a basso contenuto di fibre è associata a costipazione e al conseguente sforzo nel defecare.
La costipazione aumenta la pressione sui muscoli del pavimento pelvico, responsabili di mantenere l’uretra chiusa o costipata. Se questi muscoli del pavimento pelvico vengono danneggiati, ad esempio durante il parto, e vi è costipazione, possono verificarsi frequenza urinaria e urgenza.
Nella vescica e nei muscoli pelvici nelle donne sono presenti molti recettori degli estrogeni. Una carenza di estrogeni, come avviene in menopausa, può provoca esacerbazione dei sintomi della vescica iperattiva. Quando è rilevata una carenza di estrogeni, si può ottenere sollievo con la terapia ormonale sostitutiva, a meno che l’uso di estrogeni non sia controindicato. Sarà il medico a dare le giuste indicazioni.
Vitamina D
In uno studio eseguito su 5000 donne di età superiore ai 40 anni si è visto come una maggiore assunzione di vitamina D, proteine e potassio sia stata associata a una ridotta insorgenza di vescica iperattiva. Esistono recettori della vitamina D sul muscolo detrusore (lo strato muscolare della parete della vescica). Un’adeguata assunzione di vitamina D consente il rilassamento del detrusore e provoca una diminuzione dell’urgenza urinaria nei pazienti.
Fumo
Anche il fumo può essere collegato alla vescica iperattiva. Mandhu et al. hanno condotto uno studio retrospettivo su oltre 11.000 donne e hanno scoperto che il fumo era associato ad un aumento del rischio del 14% dei sintomi della vescica iperattiva.
Restrizione dei fluidi per la vescica iperattiva
Forse uno dei trattamenti meno costosi, ma efficaci per la vescica iperattiva è la restrizione dei fluidi. Callan et al. hanno dimostrato che l’aumento del fluido dal 25% al 50% potrebbe aumentare la frequenza diurna; tuttavia, lo studio non ha mostrato un effetto significativo sull’urgenza. L’aumento dell’assunzione di liquidi è associato al peggioramento dei sintomi della r vescica iperattiva negli studi osservazionali.
Una restrizione dei fluidi da lieve a moderata, tuttavia, comporta un miglioramento significativo dei sintomi della vescica iperattiva, in particolare in chi soffre di nicturia
Nicturia
La nicturia è uno dei sintomi più stressanti della vescica iperattiva. In uno studio i ricercatori hanno controllato la nicturia usando la restrizione dei fluidi dopo le sei del pomeriggio. I partecipanti che hanno adottato questo trattamento hanno avuto una diminuzione del numero degli svuotamenti per giorno da 11.3 nel basale al 9.1 dopo il trattamento. Questa diminuzione degli svuotamenti di 2.2 per giorno (18.8%) è stato statisticamente rilevante (P < .001).
Malattia renale cronica (MRC): l’importanza di una corretta dieta
Il 7% nella popolazione italiana soffre di malattia renale cronica. In presenza di diabete, ipertensione arteriosa, obesità e dislipidemia, il dato raggiunge valori fino al 50%.(fonte Società italiana di nefrologia. Sono principalmente 4 le sostanze che i pazienti con MRC devono limitare limitare o evitare. Una corretta alimentazione per chi soffre di malattia renale cronica prevede di adottare delle restrizione nell’assunzione di: sodio, fosforo, calcio e potassio.
Sodio
Troppo sodio influisce sulla pressione sanguigna e sull’equilibrio idrico. La MRC e l’eccessivo consumo di sodio provocano un peggioramento dell’ipertensione. Questo può essere controllato evitando cibi ricchi di sale come salsa di soia, cibi in scatola, alimenti trasformati e snack con alto contenuto di sodio. I pazienti con insufficienza renale cronica dovrebbero limitare l’assunzione di sodio a 2000 mg al giorno.
Fosforo
Quando la funzione renale diminuisce, l’escrezione di fosforo da parte dei reni diminuisce e il calcio non viene più assorbito dal tratto gastrointestinale. Questo porta a bassi livelli ematici di calcio. In risposta a una diminuzione del calcio, la produzione dell’ormone paratiroideo aumenta e provoca la perdita di calcio e fosforo dalle ossa. Questo può portare all’osteoporosi. L’aumento del fosforo e del calcio nel flusso sanguigno può causare calcificazioni vascolari e peggioramento dell’arteriosclerosi.
Ai pazienti con insufficienza renale cronica si consiglia di limitare il fosforo nella dieta a meno di 800-1000 mg al giorno. Gli alimenti ricchi di fosforo da evitare o ridurre sono tra gli altri: latte, gelato, yogurt, cioccolato e legumi.
Proteine
I pazienti con insufficienza renale cronica dovrebbero anche evitare quantità eccessive di proteine, tra cui carne, noci e fagioli secchi. L’accumulo di proteine in eccesso danneggia la struttura glomerulare, causando o aggravando la MRC. Una dieta a basso contenuto proteico (0,6-0,8 g / kg / giorno) è raccomandata per i pazienti con MRC.
Potassio
La iperkaliemia, ossia alti livelli di potassio nel sangue, può provocare aritmie. Il potassio può essere regolato riducendo il consumo di banane, meloni, latte e yogurt, nonché pollame e maiale. I pazienti con malattia da insufficienza renale cronica dovrebbero limitare l’assunzione di potassio a 2000 mg al giorno.
Restrizione di liquidi
Potrebbe essere necessaria una restrizione di liquidi nei pazienti con insufficienza renale cronica. In particolare nei pazienti con malattia renale allo stadio terminale (ESRD) in dialisi. Poiché i pazienti con ESRD producono meno urina, il liquido in eccesso espande lo spazio del fluido extracellulare e provoca edema periferico, aumento di peso, ipertensione e insufficienza cardiaca congestizia.
Calcoli renali
In Italia ci sono circa 100 000 nuovi casi ogni anno. Esistono 4 tipi principali di nefrolitiasi: calcio, urica, struvite e cistina. Le modifiche dietetiche possono aiutare a prevenire la nefrolitiasi ricorrente e tali modifiche dipendono dal tipo di calcolo renale.
Per la dieta da seguire in caso di calcoli renali rimando a questo articolo: calcoli renali dieta
Articolo liberamente tradotto da: Impact of Nutrition on Urologic and Renal Diseases: https://www.renalandurologynews.com/home/departments/nutrition/diet-prostatitis-ic-stones-ed-oab-bph-ckd-bladder-cancer/ e riadattato al territorio italiano
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